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Duomo Vecchio e Chiesa di San Clemente

DUOMO VECCHIO
Chiesa romanica dell’XI secolo, la Concattedrale di Santa Maria Assunta ha per i bresciani un nome che riassume benissimo la sua architettura: la Rotonda (detta anche Duomo Vecchio, dato che si trova proprio accanto al Duomo Nuovo). A evocare la storia ci pensa invece il sarcofago del vescovo Berardo Maggi, in marmo rosso di Verona, che accoglie i visitatori proprio all’ingresso dell’edificio, fornendo l’occasione di ricordare il ruolo del vescovo nella storia della città, dal momento che fu anche primo Signore.
La Rotonda è considerata un gioiello romanico proprio per la sua particolare forma circolare: si tratta del più grande tempio romanico a pianta tonda esistente. Risale al 1100, quando un’antica corporazione di muratori ne prese in carico la costruzione. Al suo interno si trovano, oltre al monumento funebre di Maggi, anche quello del vescovo Balduino Lambertini ad Bologna, così come un altare maggiore risalente al ’300 e l’organo di Giangiacomo Antegnati del ’500.
Percorrendo il Duomo in lungo e in largo sono visibili numerose stratificazioni stilistiche, a partire dall’impianto teatrale romano e da alcuni frammenti di una precedente basilica (del VI secolo) fino ad arrivare agli affreschi del ’200 e alle opere di Palma il Giovane, Grazio Corsali, Pietro Marone e, soprattutto, del Moretto e del Romanino.
Tra i tesori da ammirare nel Duomo Vecchio non vanno dimenticati quello delle Sante Croci (con reliquie e frammenti della Vera Croce conservati in una cassaforte con tre serrature, custodita nella cappella alla sinistra dell’altare maggiore) e la Cripta di San Filastrio, che apparteneva alla primitiva basilica.

CHIESA DI SAN CLEMENTE
Un tempo goticheggiante, la chiesa di San Clemente che dà il nome all’omonimo vicolo nel centro storico di Brescia (tra via Cattaneo e via Trieste) è un esempio di architettura neoclassica: Rodolfo Vantini, infatti, intorno all’’800 intervenne su questo edificio costruito inizialmente su un’antica struttura religiosa del X secolo, dandogli l’aspetto che oggi è possibile ammirare.
“Ammirare” è un verbo che ben si accosta a questa chiesa, che non solo conserva la tomba del Moretto (opera funeraria sovrastata dal suo busto, una scultura di Gaetano Matteo Monti), ma che è anche un piccolo museo del pittore bresciano, con numerose sue opere appese alle pareti. Vi si trovano Sant’Orsola e le vergini, il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria con i santi Caterina da Siena, Paolo e Girolamo, l’Offerta di Melchisedech ad Abramo, la Vergine in gloria con i santi Clemente, Domenico, Floriano, Caterina e la Maddalena e Le sante martiri (ovvero Cecilia, Lucia, Barbara, Agnese e Agata). Accanto a esse si può osservare anche un affresco del Romanino, suo contemporaneo, raffigurante la Resurrezione di Cristo tra i santi Clemente e Teresa.
Esternamente si trovano i chiostri quattrocenteschi e cinquecenteschi del convento; la chiesa appartiene infatti al complesso abbaziale dell’ordine dei domenicani. Uno di essi è affrescato da Antonio Cappello.

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