La mostra fotografica “Paesaggi Inclinati” di Carlo Mollino, curata da Luciano Bolzoni, è iniziata il 17 novembre scorso presso il Forte di Bard in Valle D’Aosta e sarà accessibile ai visitatori fino al 18 febbraio 2024. Questa mostra è stata organizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Carlo Mollino, uno degli architetti italiani più conosciuti in campo internazionale.
La mostra comprende fotografie scattate dal fotografo e regista Armin Linke tra il 2006 e il 2023, che ritraggono le opere costruite da Mollino. Mollino era noto per il suo impegno multidisciplinare, che spaziava dall’architettura, al design, alla fotografia, alla scenografia e alla letteratura. Era anche appassionato di attività sportive incentrate sul dinamismo e sulla velocità, come l’acrobazia aeronautica, le corse automobilistiche e lo sci.
In particolare, Mollino era uno sciatore e costruttore di funivie e residenze per la villeggiatura, e lo sci costituiva un tema di forte interesse per lui, soprattutto nel paesaggio alpino della Valle d’Aosta.
In questo luogo, Mollino si è dedicato all’analisi delle strutture tradizionali, realizzando la costruzione della Casa del Sole, la funivia Furggen Breuil-Cervinia. Ha altresì contribuito alla realizzazione della Casa Capriata a Gressoney-Saint-Jean (successivamente oggetto di ricostruzione), del Rascard Garelli ad Ayas, della Residenza Olivero a La Thuile e della Casa Collettiva situata ad Aosta.
La mostra non è, dunque, una semplice esposizione di fotografie, ma una riflessione sull’attualità della poetica che Mollino ha trasferito nell’architettura. L’evento vuole porre l’accento sulla funzione sociale del “costruir bene”, soprattutto nel contesto dei paesaggi montani, e sull’idea non statica della tradizione che l’architetto interpreta come linfa rigogliosa capace di generare nuova vita.
Le fotografie rappresentano un punto iniziale per l’esplorazione che si origina dai progetti di Mollino come collezione di informazioni e appunti tramite i quali esaminare il territorio. Ciò conduce a riflettere sull’concetto della fotografia come istante per catturare l’evoluzione della realtà.
Chi è Armin Linke
Armin Linke è un fotografo e cineasta nato a Milano nel 1966. Combina una serie di tecnologie contemporanee di elaborazione delle immagini per sfumare il confine tra finzione e realtà. Linke indaga la formazione, o cosiddetta Gestaltung, dell’ambiente naturale, tecnologico e urbano in cui viviamo.
Gestaltung è una parola tedesca che può avere diversi significati a seconda del contesto. Può essere tradotta in inglese come ‘design’, ‘composition’, ‘constitution’, ‘layout’, ‘shaping’, ‘arrangement’, ‘presentation’, ‘configuration’, ‘formation’, ‘figuration’, ‘forming’, ‘shape’, ‘art’, ‘creation’, e ‘designing’. In generale, ‘Gestaltung’ si riferisce alla progettazione, alla composizione o alla struttura di qualcosa.
Il lavoro di Linke, che comprende fotografie e film, agisce come strumento per prendere consapevolezza delle diverse strategie di progettazione. Lavorando con il suo archivio personale, così come con altri archivi multimediali, Linke sfida le convenzioni della pratica fotografica, ponendo sempre più l’accento sulle questioni di come la fotografia viene installata e visualizzata.
Linke ha collaborato con altri artisti, curatori, designer, architetti, storici, filosofi e scienziati, espandendo le narrazioni delle sue opere a livello di realizzazioni multiple. Ha lavorato come ricercatore affiliato al MIT Visual Arts Program, professore ospite presso l’IUAV Arts and Design University di Venezia, e professore di fotografia presso la Karlsruhe University for Arts and Design. Attualmente, Armin Linke è professore ospite presso l’ISIA di Urbino (IT) e artista residente presso il KHI Kunsthistorisches Institut di Firenze.
L’esposizione fotografica “Paesaggi Inclinati” offre uno sguardo privilegiato sull’ingegno rivoluzionario di Carlo Mollino, un architetto visionario la cui poetica mantiene una straordinaria rilevanza ancora oggi. Le creazioni immortalate da Armin Linke catturano in modo vivido l’essenza dinamica dell’architettura di Mollino, suscitando una profonda riflessione sul legame tra l’essere umano, l’ambiente naturale e artificiale. Per esplorare e cogliere appieno questa prospettiva unica, vi incoraggiamo a partecipare alla mostra ospitata presso il Forte di Bard, accessibile fino al 18 febbraio 2024. Lasciatevi affascinare dalle insolite geometrie di Mollino e dall’abilità di Linke nel catturare la bellezza intramontabile e contemporanea di tali opere.