Se siete appassionati di storia antica e volete scoprire le origini della Val di Non, non potete lasciarvi sfuggire una visita al Museo Retico di Sanzeno. Questo museo, inaugurato nel 2000, è dedicato al popolo dei Reti, che abita le Alpi centro-orientali tra il VI e il I secolo a.C.
La storia
Il Museo Retico può essere considerato il luogo cardine per lo studio dell’antichità nella Valle di Non: dall’era dei cacciatori-raccoglitori paleolitici ai martiri di Anaunia. Localizzato a Sanzeno, nella zona di Casalini, rappresenta un importante centro di divulgazione culturale e uno strumento di valorizzazione della storia antica della Val di Non. L’edificio, dall’architettura decostruttivista, è progettato da Sergio Giovanazzi e ospita una mostra permanente del ricco patrimonio archeologico locale. Inoltre il museo si trova in una zona di grande interesse archeologico: i numerosi scavi effettuati hanno portato alla luce reperti di varie epoche, dal Paleolitico all’Alto Medioevo.
La “linea del tempo”
Il percorso espositivo segue la linea del “pozzo del tempo”: una rampa a spirale che scende dal piano superiore al piano inferiore, accompagnando il visitatore in un viaggio nella storia della Val di Non. L’itinerario delinea settori cronologici e tematici di rilevanza, offrendo così un affascinante viaggio attraverso le epoche, dalla preistoria all’alto medioevo. Sfruttando supporti tecnologici e multimediali, vengono presentate testimonianze dei cacciatori-raccoglitori paleolitici, degli agricoltori neolitici, dei metallurghi dell’età del rame e dei siti sacri dell’età del bronzo.
L’antico popolo dei Reti
Un’ampia sezione è dedicata alla cultura materiale dei Reti, di cui si possono osservare: oggetti legati al mondo del culto come le famose “steli retiche”, pietre scolpite con simboli astratti o figurativi; splendide produzioni artistiche come le “fibule”, spille ornamentali usate per fermare gli abiti; attrezzi da lavoro e utensili della vita quotidiana.
Il popolo dei Reti ha origini indoeuropee, parla una lingua affine al celtico e al venetico, e ha una società organizzata in tribù e clan. Entra in conflitto con i Romani e ne subisce la sconfitta nel 15 a.C.; da allona viene incorporato nella provincia di Rezia.
Le testimonianze che richiamano la romanizzazione della valle sono rappresentate da statue, corredi funerari, iscrizioni e segni di nuovi culti provenienti da Oriente. Tra questi spicca il culto di “Isis”, la dea egizia della fertilità e della magia, di cui si conserva una statua in marmo ritrovata a Sanzeno. Infine, il percorso termina con il tragico episodio della morte dei “santi martiri di Anaunia”, tre fratelli cristiani uccisi dai Longobardi nel VII secolo d.C.; evento che anticipa la definitiva affermazione del cristianesimo nella valle.
Gli allestimenti
Una parte del museo è riservata alla mostra “Sanzeno Antica,” che documenta le ricerche archeologiche dal XIX secolo a oggi. L’allestimento, curato da Maurizio Buffa, mostra reperti provenienti da decenni di scavi o donati da privati, creando un percorso emotivamente coinvolgente attraverso la memoria.
Il museo offre anche una sezione dedicata alla storia delle ricerche archeologiche effettuate dal XIX secolo ai giorni nostri; una sala per video e conferenze; la sezione della biblioteca archeologica “Pia Laviosa Zambotti” di Trento; un’area esterna per l’archeologia sperimentale. Il Museo Retico è un luogo ideale per conoscere le radici storiche e culturali della Val di Non e per apprezzare il suo patrimonio archeologico. Si trova, inoltre, all’inizio della passeggiata naturalistica che porta al “Santuario di San Romedio”, tra i luoghi più suggestivi del Trentino, dove si può ammirare un complesso di chiese e cappelle costruite su una rupe in mezzo a una gola.